Il liscio, tra musica, danza e tradizione popolare

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Prima di evolvere e spopolare come esperienza di ballo, tale da saper coniugare in sé tradizione popolare, innovazione e un grandissimo successo di pubblico,il liscio nasce come genere musicale propriamente detto. Il liscio, originariamente conosciuto come musica da ballo romagnola, è un genere musicale popolare nato in Romagna tra la fine del XIX secolo e i primi decenni del XX secolo, che col passare degli anni si è diffuso in prevalenza nell’Italia settentrionale. Gli elementi caratterizzanti di tale genere sono, in prevalenza l’esecuzione veloce da parte di strumenti solisti quali il clarinetto, il sassofono, dominante nel tipico liscio della Romagna, o la fisarmonica, caratteristica sia del liscio emiliano che di quello piemontese, accompagnati da basso, chitarra e batteria.

Scuola di ballo Vicenza Il liscio, tra musica, danza e tradizione popolare

Le prime formazioni di liscio erano solo strumentali, si dovrà infatti aspettare la fine degli anni ’20 del Novecento per vedere la comparsa delle prime voci soliste maschili, mentre per quanto riguarda le cantanti femminili si dovrà attendere sino al dopoguerra. Il liscio trae le sue origini da balli e musiche molto diffuse nei salotti borghesi europei dell’inizio del XIX secolo.

Questa classe sociale, che era cresciuta e fiorita notevolmente nel secolo precedente, sia economicamente che culturalmente, andava via via sviluppando anche una propria autentica specificità culturale. I tre balli più rappresentativi della classe borghese ottocentesca erano il Valzer, la Polka e la Mazurca. In questo periodo, se il Valzer e la Polka rappresentavano le ultime novità della musica popolare di una classe sociale in ascesa, il revival della Mazurca, ballo folcloristico polacco risalente all’inizio del XVI secolo, ne rappresentava il legame con una cultura più lontana e risalente nel tempo. Questi tre balli, assieme alle quadriglie ed al galop furono in quel periodo un’espressione diretta delle festosità e del divertimento cui quella nuova e rampante classe sociale ambiva ed aspirava.

In seguito alla campagna napoleonica, tuttavia, si andò diffondendo anche in Italia quell’aria libertaria che permise l’introduzione dei balli di coppia “strusciati”, che in breve tempo soppiantarono i più castigati balli “staccati” tipici della cultura popolare italiana di allora, come i saltarelli, le manfrine o i tresconi. Tali manifestazioni venivano spesso criticate dai benpensanti che, come riporta il cronista Michele Placucci, funzionario napoleonico e segretario municipale di Forlì, che mal vedevano la corruzione dei costumi che portavano le ragazze a ballare non solo con il proprio fidanzato, ma ‘persino’ con chiunque le invitasse. I Luoghi prediletti per le serate danzanti furono i teatri, che avevano spesso orchestre stabili che eseguivano repertori costituiti da ballabili di stile viennese, riproposizione di brani e riduzioni di famosi brani d’opera.

La nascita della musica da ballo romagnola e del liscio come tradizione italiana

Il liscio era chiamato, in origine, semplicemente musica da ballo romagnola. Nacque in Romagna tra la fine del XIX secolo e i primi decenni del XX secolo. Fu intorno agli anni ’70 del XIX secolo che la chiusura di molte orchestre stabili di teatri di varie città, anche dovuta al cambio di gusto della classe borghese che iniziava a preferire la nuova musica americana, costrinse i musicisti a portare la loro musica fuori dai luoghi istituzionali, esibendosi così in caffè, sedi di partiti politici e sagre paesane, o in alternativa in luoghi umidi ed uggiosi chiamati cameròn e costringendoli a mescolarsi spesso con musicisti amatoriali. Le musiche precedenti come Valzer, Polka e Mazurca, che venivano eseguite ad un ritmo sempre più veloce, ed erano ora affiancate a ballabili di compositori locali e riproposizioni di brani della tradizione folcloristica, incontrando così anche il gusto di un pubblico meno abbiente e di estrazione popolare.

Le nuove orchestre prendevano il nome dal capo-orchestra, fra i quali si ricordano alcuni nomi: Giuseppe Carloni, Achille Abbati, Camillo Mingozzi e Carlo Gherardi, anche se colui che lasciò il segno più indelebile fu Carlo Brighi, che, con spirito imprenditoriale non indifferente, aprì a Bellaria il capannone Brighi, il primo antecedente di quello che divennero le celeberrime balere.

Carlo Brighi – detto anche Zaclén – era un violinista attivo a Cesena, è considerato il fondatore del Liscio. La formazione tipica dell’Orchestra Brighi era costituita da tre violini, un clarinetto accordato in do e un contrabbasso. Il primo violino eseguiva le parti principali e i virtuosismi, mentre il secondo violino aveva il compito di raddoppiare la melodia del primo. Il terzo violino svolgeva una funzione di accompagnamento, seguendo la melodia con gli accordi, cosa che poi sarebbe divenuta, nel tempo, appannaggio dalla chitarra. Il clarinetto seguiva invece le note del primo violino. Tra gli indubbi meriti di Brighi, vi fu l’idea di accelerare i tempi tramite il clarinetto in do, tecnica che ancora oggi ha un ruolo predominante nel genere.

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L'introduzione della voce, i grandi protagonisti

Nei primi decenni del XX secolo la musica da ballo romagnola subì un’ulteriore evoluzione: apparve il cantante. Il ruolo fu svolto inizialmente dallo strumentista con la voce più gradevole. Successivamente le orchestre si avvalsero di specialisti. Il cantante si ritagliò presto il ruolo di “conduttore” del gruppo. Fino a tutti gli anni Venti, cioè finché il microfono non fu perfezionato, il suono della voce fu amplificato dal megafono. Sempre negli anni Venti, a partire dalla seconda metà del decennio, iniziò ad essere impiegata nelle orchestre di liscio la batteria, strumento di derivazione jazzista che conferì ulteriore brio all’esecuzione.

Il primo autore di musica romagnola ad essere eseguito dalla radio nazionale fu Aldo Rocchi, nativo di Roversano, frazione di Cesena, formò la prima orchestra nel 1928, all’età di vent’anni. Nello stesso anno in cui Aldo Rocchi formava la propria orchestra a Cesena, poco lontano nasceva la prima formazione di Secondo Casadei. Casadei creò quella che si può considerare la formazione tipo del liscio prima maniera, caratterizzata da violino, clarinetto in do e sassofono come solisti e chitarra, basso e batteria come sezione ritmica. Casadei fu autore di circa 1000 brani, tra cui il brano liscio forse più famoso nel mondo, ‘Romagna mia’. Se Brighi ne fu l’inventore, Secondo Casadei è senza dubbio il principale portavoce del Liscio.

Il liscio romagnolo

Il liscio romagnolo è caratterizzato da un’esecuzione brillante data dalla forte presenza ritmica di basso e batteria, cui si aggiunge la velocità dei brani scritti principalmente per violino, clarinetto in Do, sassofono e successivamente per voce. È il liscio più conosciuto, soprattutto grazie al celeberrimo brano, ‘Romagna mia’ di Secondo Casadei, pubblicato nel 1954.

Il liscio emiliano

Rispetto al liscio romagnolo, il liscio emiliano non si basa sui fiati, bensì sulla fisarmonica che in origine era proprio chiamata ‘organino bolognese’. I valzer bolognesi erano in origine velocissimi. Il liscio emiliano comprende le “Danze filuzziane”, note anche come liscio bolognese, una danza che ha acquisito lo status di danza sportiva, al pari del folk romagnolo. Il liscio filuzziano prevede l’esecuzione di figure staccate da parte dell’uomo, che deve avere particolari qualità atletiche. Nonostante le differenze esistenti a livello musicale, i brani del liscio romagnolo possono essere ballati alla maniera emiliana – avanzante e non sul posto – così come un brano di liscio emiliano può essere ballato alla maniera romagnola.

Liscio piemontese

Il liscio piemontese è invece complessivamente più lento rispetto a quello romagnolo ed è infatti eseguito principalmente da fisarmonica, clarinetto in do, sassofono e voce. Alcune formazioni di liscio piemontese sostituiscono al basso elettrico il basso tuba e non utilizzano la chitarra. Una simile scelta è probabilmente dettata dal voler aderire più fedelmente alle tradizioni locali, diretto retaggio delle formazioni bandistiche tipiche.

I luoghi del liscio, la balera

Luogo che per antonomasia ospita le serate a base di liscio è divenuta, attraverso i decenni, la cosiddetta balera. Con questo termine si usa intendere il grande salone adibito a pista da ballo con servizio bar. La prima balera fu aperta da Carlo Brighi nel 1910 a Bellaria e nominata il ‘Capannone Brighi’ – poi ribattezzato ‘Salone Brighi’. In Piemonte, invece, troviamo una curiosa variante locale della balera, il ballo a palchetto -italianizzazione traslitterata dal piemontese ‘bal a palchett’ – ovvero una semplice pista circolare chiusa con al centro un palo a cui veniva fissata una corda. La corda veniva tesa alla fine di 3 balli e un addetto andava a compiervi un giro totale della pista, di modo far uscire ogni ballerino da essa. Per poter accedere nuovamente alla pista si doveva pagare nuovamente il biglietto. In questo modo venivano pagati solo 3 balli e non l’intera serata. Questa tradizione persiste ancora in alcune zone del Piemonte, dove in alcune sagre e feste danzanti è ancora usanza pagare proprio l’accesso alla pista da ballo.

Le categorie del liscio

La Federazione Italiana Danza Sportiva (FIDS) ha codificato il liscio nell’ambito della danza sportiva come danza di coppia nelle categorie:

  • Stile Nazionale come liscio unificato;
  • Stile Tradizionale e Folkloristico come liscio tradizionale piemontese;
  • Danze folk romagnole;
  • Danze filuzziane.

Nel medesimo contesto, si comprendono sempre valzer brillante, polka e mazurca eseguite con piccole varianti nello stile e nel numero di battute al minuto. Tali categorie si differenziano tra loro per le talora importanti differenti caratteristiche di velocità, melodie e tecniche di esecuzione.